Barche “ribelli” occupano il canale della Giudecca

La NuovaPioggia e vento non bastano a fermare la manifestazione in acqua la Msc Fantasia con i calciatori del Milan parte in ritardo per evitare problemi

VENEZIA. Pioggia, vento e freddo non hanno fermato la manifestazione in acqua, avvenuta con una quarantina di imbarcazioni che hanno sfidato le alte onde e un clima opposto al torrido caldo della mattinata. In molti sono arrivati sulle quattro a San Basilio per cercare un passaggio e vivere la protesta proprio dal Canale della Giudecca, protagonista dell’ingresso dei “palazzi galleggianti” in laguna, il primo previsto alle 17. Galleggiando a fatica contro un vento gelido che frustava la pelle, un centinaio di persone ha fatto sentire la propria voce, unita a quella dei cittadini che in piedi sulla riva supportavano il corteo acqueo. Il canale si è trasformato così nel teatro di un movimentato tafferuglio, scandito dai tentativi delle piccole barche di oltrepassare il limite di avvicinamento concesso, difeso dalle imbarcazioni della polizia che richiamava i “ribelli”. Sullo sfondo della protesta, la gigantesca Msc Fantasia con dentro Galliani, Allegri e le vecchie glorie del Milan presenti per la “crociera rossonera” si stagliava all’orizzonte espirando dai camini un vaporoso fumo nero, segno che i motori si stavano scaldando e che le imbarcazioni non rappresentavano per il colosso una minaccia. Eppure, nonostante si sperasse nella partecipazione di più veneziani, i presenti si sono fatti forza creando un’immediata rete di solidarietà, dovuta anche alle condizioni davvero precarie. Chi aveva più bandiere le consegnava alle barche senza, chi era provvisto di più giacche a vento le consegnava a chi invece stava patendo un grande freddo. In mezzo al Canale hanno continuato a transitare i vaporetti, uno affittato per l’occasione che da San Basilio arrivava a Sacca Fisola, sempre pieno zeppo di gente che, salita a bordo, suonava tamburi e intonava canzoni. Tutti si domandavano se la nave sarebbe passata, improvvisando i cori collaudati alla mattina, soprattutto: «Giù le mani dalla laguna» e qualche imprecazioni contro Paolo Costa, Presidente dell’Autorità Portuale. Le imbarcazioni erano di tutti i tipi, in prevalenza con giovani. Un paio di coraggiosi avventurieri si sono addentrati nella protesta con barche a remi, dimostrando di dominare i cavalloni che non davano tregua a chi dirigeva la barca. Nelle barche la gente si riparava come poteva perché la pioggia si è fatta sentire poco dopo le 16. Quando non si trattava più di qualche goccia molti hanno desistito, altri si sono rifugiati nell’imbarcadero di San Basilio o di Sacca Fisola, dai quali si seguivano i movimenti delle barche più impavide con i passeggeri muniti di salvagente. Poco prima delle 19 i manifestanti, grondanti di acqua, sono tornati alla propria base, soddisfatti della giornata.

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