Comunicato n.81- sull’audizione del presidente dell’Autorità Portuale

Se i proprietari della Ilva di Taranto avessero fatto in consiglio comunale un intervento tutto incentrato sul valore economico della loro impresa, senza degnare di una parola i problemi della salute e dell’ambiente, non avrebbero potuto usare accenti e argomentazioni diversi da quelli usati oggi dal presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, a difesa del crocerismo. Costa ha parlato davanti alle commissioni IV – V – VI – IX -X del consiglio comunale e sui rischi, sull’inquinamento, sull’erosione dei fondali della laguna non ha mostrato neppure un briciolo d’attenzione: nella sua visione del mondo i costi ambientali non sono contemplati. Quelli, però, li paghiamo tutti in termini di denaro e di salute.
Costa, a dire il vero, ha paradossalmente cercato di mostrare un’anima ambientalistica, affermando che il progetto dello scavo Contorta Sant’Angelo comporterà anche un miglioramento morfologico della laguna, ma spesso le parole nascondono i contenuti e quando il presidente dell’Autorità Portuale parla di velme e di barene sta semplicemente cercando di contrabbandare l’arginatura artificiale di un canale, oltretutto vietata dalla legge, per attenuarne gli effetti devastanti sui fondali vicini.
All’intervento di Costa è seguito quello del sindaco, Giorgio Orsoni, che ha lasciato tutti esterrefatti. Si pensava che avrebbe finalmente illustrato il “suo” progetto di un nuovo terminal croceristico a Porto Marghera, sempre evocato, anche dopo la riunione romana del 13 giugno, ma mai mostrato a chichessia. Orsoni, invece, non ha profferito verbo: dunque il sindaco non ha un progetto e quindi a Roma, il 25 luglio, immaginiamo che andranno valutate le uniche due proposte oggi sul tappeto: quella di Costa che tiene le navi dentro la laguna e quella di Cesare De Piccoli che invece le tiene fuori, nella bocca di porto di Lido.
Il Comitato apprezza l’idea ma non sposa quest’ultima proposta: ricorda però ai decisori che essa c’è e che non si può fare finta che non ci sia. La linea del Comitato è sempre la stessa: si applichi da subito il decreto Clini – Passera, entrino in laguna solo le navi al di sotto delle 40 mila tonnellate di stazza lorda ma se poi qualcuno dimostrerà che queste non bastano all’economia della città se ne accolgano pure delle altre, ma fuori dalle bocche di porto. Al riguardo, l’unica procedura corretta e garantista è che sul “fuori” il 25 luglio il Governo decida di bandire un concorso di idee internazionale per non cadere nel gravissimo errore di considerare le proposte oggi sul tavolo come le uniche possibili.

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