No Grandi Navi: giovedì vertice con Lupi

Il Manifesto- Tre giorni di concerti e dibattiti per chiedere che le enormi navi da crociera non entrino più in città, mettendo a rischio la salute dei cittadini, il patrimonio culturale e l’intero ecosistema lagunare. Ora la questione è diventata nazionale

Ha fatto il giro del mondo la protesta, par tera e par mar, che ha svelato l’incompatibilità fra i «grattacieli naviganti» e Venezia. No Grandi Navi è all’ordine del giorno non solo nel canal grande, ma anche nell’agenda del governo locale e nazionale. Dopo il «blocco navale» dei transatlantici, le cariche della polizia sui manifestanti e tre giorni di concerti e dibattiti pubblici all’isola della Giudecca, si attende il faccia a faccia tra Comune e governo Letta. Sul tavolo, passato, presente e futuro delle Grandi Navi che ogni settimana fanno l’inchino a San Marco. In programma, soprattutto, il summit di giovedì tra il sindaco Giorgio Orsoni e il ministro dei trasporti Maurizio Lupi.
Orsoni chiederà a Lupi di far traslocare i «mostri» del mare dalla Stazione marittima di Venezia a Porto Marghera. Ma è un punto più che controverso: non tutta la maggioranza di centrosinistra sposa l’ipotesi del sindaco e il consiglio comunale si è già espresso per il trasloco definitivo dalle Grandi Navi dalla laguna. Intanto, si fa il saldo di un week-end di mobilitazione davvero popolare. A partire dalla terraferma: domenica mattina la protesta ha paralizzato il traffico in piazzale Roma producendo una coda chilometrica di bus e auto sul ponte della Libertà. In laguna cinque «mostri» (tra cui i transatlantici Costa Famosa e Msc Fantasia con a bordo Galliani e Allegri con la crociera Milan) sono rimasti agli ormeggi, ancorati alle banchine telescopiche. Ufficialmente, a causa delle folate di vento a 25 nodi che hanno impedito di prendere il largo. Di fatto per il blocco dei manifestanti che ha prodotto un ritardo di tre ore sulla tabella di marcia degli armatori. E non basta: dalle 16 alle 18.30 una cinquantina di barche serravano l’ingresso al Bacino San Marco, con 1.500 persone (dai centri sociali, ai No tav, dai No Muos al No Dal Molin, dagli studenti alle famiglie veneziane) confluite tra il Porto e le Zattere. «È stata una bella vittoria» riassumono a caldo i manifestanti, ricordando tuttavia che la guerra contro i «mostri» è tutt’altro che vinta. Silvio Testa, portavoce del Comitato Grandi navi lancia l’inequivocabile messaggio: «Deve essere chiaro. Se nell’incontro con il ministro Lupi il sindaco porterà avanti solo l’idea di spostare le navi a Marghera, sappia che lo farà senza alcun mandato popolare». Insomma, chi protesta chiede solo di applicare, tecnicamente, la legge vigente: nel dettaglio è il decreto Clini-Passera che ratifica l’incompatibilità con l’ambiente lagunare delle navi che superano le 40 mila tonnellate di stazza. Poi c’è il ricatto occupazionale con l’indotto delle crociere che rischia di far rotta su Grecia e Turchia. «Ma deve finire. Non si può continuare a barattare l’ambiente e la salute con i posti di lavoro» avvertono al Comitato No Grandi Navi. L’impatto delle Grandi Navi in laguna era stato già fotografato dal manifesto il 28 ottobre 2009, dopo che la centralina Arpav installata a 200 metri dal porto aveva rilevato valori di particolato maggiori di quelli registrati della tangenziale di Mestre. All’Agenzia per l’ambiente avevano ammesso senza difficoltà che il traffico portuale è responsabile della diffusione del 10% del totale delle micropolveri dell’intera provincia. Dieci volte di più dell’aeroporto Marco Polo.

 

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