Nuova Venezia – Off shore: l’oleodotto resta un punto critico

Un oleodotto sottomarino lungo 12 chilometri. Che porterebbe il greggio dal porto off shore in Adriatico a Marghera, passando sotto l’abitato di Malamocco. Ma in caso di fessurazione del tubo, con un vento di scirocco moderato (5 metri al secondo) la fuoriuscita di idrocarburi sarebbe pari a 133 tonnellate in sette ore. E invaderebbe non soltanto l’Adriatico ma l’intera laguna sud, per via delle correnti. Un rischio possibile, ben previsto dai progettisti del nuovo porto d’altura.

Nel progetto preliminare del nuovo terminal plurimodale off shore, redatto dalla società Tethis e dalla Mantovani (con il coordinamento del Consorzio Venezia Nuova) l’ipotesi di incidente è ben prevista. E simulata con i vari scenari di venti e di correnti. La macchia blu negli elaborati si dirige rapidamente verso la laguna. E potrebbe avere conseguenze drammatiche per la pesca, per l’ambiente costiero e per la vita delle spiagge e delle barene. È’ uno dei punti critici della nuova grande opera che interessa la laguna, in questi giorni all’esame del Consiglio comunale. L’Ufficio Ámbiente del Comune ha già espresso valutazioni critiche e dubbi sugli impatti dell’opera. Il nuovo porto in mare, sponsorizzato da Autorità portuale e Regione, ben visto da Magistrato alle Acque e anche dal Comune, ha un costo previsto di due miliardi e mezzo di euro. La prima parte – terminal petroli e diga foranea di portezione – viene realizzata dal Magistrato alle Acque-Consorzio Venezia Nuova con fondi della Legge Speciale. La parte commrciale, che prevede la creazione nello stesso sito di un terminal per le grandi portacontainer transoceaniche, sarà invece finanziata dall’Autorità portuale e dai privati. Ma adesso sul tavolo c’è la Valutazione di impatto ambientale e soprattutto l’utilità di una opera del genere in periodi di grande crisi. Oltre al costo delle infrastrutture si discute degli impatti sull’ambiente. I pescatori hanno già protestato duramente, temendo una ulteriore riduzione del pescato. Comitati e ambientalisti annunciano ricorsi in tutte le sedi. Dal 1973 la Legge Speciale prevede l’allontanamento del traffico petrolifero dalla laguna. Direttiva mai attuata. Adesso, con la riduzione dei traffici e dei depositi a Marghera è stato progettato il nuovo off shore.

Nel settembre del 2011 la progettazione preliminare è stata affidata dal Magistrato alle Acque a Tethis e alla Mantovani. Il progetto prevede di realizzare la grande strutttura in mare aperto, 12 chilometri al largo di fronte a Malamocco. Di collegare poi Marghera con l’oleodotto e trasportare i container con le merci su chiatte.

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