Facciamo respirare il Mediterraneo

Il 28 marzo a Roma, presso il Centro Congressi Frantani, si è tenuto il convegno internazionale “Ridurre l’inquinamento atmosferico delle navi nel Mar Mediterraneo” promosso dall’associazione tedesca NABU e da associazioni ambientaliste di Francia, Spagna, Grecia, Italia; è stata presentata la campagna internazionale “Facciamo Respirare il Mediterraneo” che si propone di ottenere dagli stati membri europei che si affacciano sul Mediterraneo (Italia, Grecia, Spagna , Francia) la designazione delle loro acque nazionali e l’intero Mediterraneo “Zona controllata per le emissioni di zolfo” (in allegato trovate il testo)

L’Associazione AmbienteVenezia e il Comitato NOGrandiNavi-LagunaBeneComune  sono attivi da anni anche su queste tematiche e aderiscono a questa campagna internazionale

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L’impatto delle emissioni navali sulla qualità dell’aria che respiriamo è, oggi, quasi sempre ignorato. Difficilmente chi decide di trascorrere le proprie vacanze in crociera pensa all’impatto ambientale della sua scelta. L’industria delle crociere è un settore in fortissima crescita ed il cui peso ambientale va di pari passo. Le navi da crociera contaminano pesantemente proprio quella natura incontaminata che promettono con le loro vacanze. Con un’abile operazione di marketing offrono di sé una immagine brillante, pulita e ambientalmente sostenibile molto lontana dalla realtà.

Parimenti, quasi mai chi acquista servizi di trasporto via nave per importare o esportare le merci è consapevole del peso ambientale della scelta del vettore e del viaggio che le sue merci intraprendono.

Eppure, studi scientifici hanno ormai assodato che se le emissioni derivanti dal trasporto navale non verranno ridotte al più presto essere supereranno a breve quelle prodotte sulla terraferma. Le analisi più recenti prevedono, addirittura, che le emissioni derivanti dal trasporto navale aumenteranno entro il 2050 in una misura che si aggira fra il 50% al 250%.

Oggi le emissioni navali sono responsabili, a livello globale, del 2,5% dei gas climalteranti.

L’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi anche a molte decine di miglia dalla costa viene trasportato dal vento sulla terraferma per centinaia di chilometri e peggiora la qualità dell’aria che respiriamo. Le emissioni navali soffocano le città di porto peggiorando la salute di chi vi abita e causando morti premature.

Questa situazione può e deve essere cambiata al più presto. 

Dal 2015, con l’entrata in vigore della nuova Direttiva del Consiglio relativa al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo (Direttiva 2012/33/EU) gli Stati membri dell’Unione Europea devono garantire che le navi nel Mar Baltico, nel Mare del Nord e nella Manica usino carburanti il cui tenore di zolfo non sia superiore allo 0.10%. Queste norme hanno già, in poco più di un anno, dimezzato le concentrazioni di zolfo nelle aree interessate dell’Europa del Nord.

Nel Mediterraneo, invece, un mare pregiato e delicato su cui affacciano città abitate da milioni di persone e arricchite da patrimoni artistici unici al mondo le navi possono, ancora oggi, usare carburanti che a terra non sarebbero ammessi.

Infatti oggi, nel Mediterraneo, le navi utilizzano carburanti (olio pesante, bunker oil) il cui tenore di zolfo può raggiungere addirittura il 3,5% e che vengono prodotti con i residui della raffinazione. A parità di distanza percorsa, una nave da crociera emette inquinanti atmosferici pari a 5 milioni di automobili. Sulla terraferma, i carburanti utilizzati dalle navi, sarebbero trattati come rifiuti pericolosi. L’olio pesante utilizzato dalle navi può avere un contenuto di zolfo fino a 3.500 volte superiore a quello dei carburanti diesel usati sulla terraferma. Per effetto delle reazioni chimiche che subiscono in atmosfera lo zolfo e gli ossidi di azoto emessi dalle navi si trasformano in particolato secondario, in micidiali aereosol composti principalmente da nitrati e solfati. Non solo, le navi emettono quantità enormi di black carbon, fuliggine ed il particolato ultrafine, come quello misurato a Venezia, Genova, Civitavecchia nel 2016 e 2017 dai ricercatori di NABU, entra nei polmoni, supera la barriera dei tessuti ed entra in circolo nel sangue attivando stati di infiammazione che possono causare infarti e insufficienza respiratoria. Le emissioni delle navi contengono poi sostanze cancerogene.

Oltre al cambiamento del tipo di carburante utilizzato, le tecnologie già esistenti consentono di ridurre in grandissima misura le emissioni dei camini delle imbarcazioni. Eppure quasi mai le navi utilizzano sistemi di riduzione delle emissioni come filtri o catalizzatori per gli ossidi di azoto.

Si calcola che in Europa, le emissioni navali siano responsabili di 50.000 morti premature ogni anno.

Inoltre, le emissioni di zolfo e di ossidi di azoto prodotte dalle navi comportano un gravissimo danno al nostro patrimonio storico e artistico che ne viene corroso.

Ecco perché è necessario che le compagnie di crociera e che gestiscono il trasporto navale cambino al più presto il tipo di carburante utilizzato passando a carburanti molto più puliti che abbiano in particolare un tenore di zolfo molto inferiore a quello attuale e si impegnino a dotare le navi di tecnologie che riducono le emissioni durante la navigazione e nei porti.

L’utilizzo di queste tecnologie e di carburanti più puliti ha costi accessibili e, dato il guadagno ambientale che deriva dal loro impiego, non può essere ritardato oltre.

E’ paradossale, per esempio, che le compagnie da crociera investano in maniera spropositata nei servizi di bordo, per esempio quelli di ristorazione, senza preoccuparsi di rendere la loro industria sostenibile e compatibile con la salute degli abitanti delle città che accolgono le loro navi e con l’urgenza del tema ambientale rappresentato dai cambiamenti climatici.

NABU e le altre associazioni non governative europee chiede che il Mediterraneo e le popolazioni che vi affacciano venga al più presto protetto dalle emissioni derivanti dall’industria navale.

L’Associazione Cittadini per l’aria e le associazioni e comitati italiani chiedono:

  • che le compagnie proprietarie delle navi da crociera e di trasporto cargo passino volontariamente dal HFO (heavy fuel oil) a carburanti più puliti, per esempio combustibili a basso tenore di zolfo (50 ppm/ i.e. 0,005% tenore zolfo) o GNL;
  • che le compagnie proprietarie delle navi equipaggino le loro navi con efficaci tecniche di abbattimento delle emissioni. Attualmente queste tecniche possono essere solo filtri per il particolato dei diesel (DPF) e sistemi catalitici di riduzione delle emissioni (SCRs). I sistemi di depurazione con il lavaggio degli inquinanti (scrubber) non sono una soluzione;
  • che i Porti introducano tasse portuali ecologiche che includano anche le emissioni di zolfo, PM e Carbon Black;
  • che nei Porti si costruiscano sistemi di alimentazione elettrica in banchina per le navi da crociera  (OPS);
  • che il rispetto dei vigenti limiti di zolfo dei carburanti utilizzati sia costantemente monitorato e le violazioni sanzionate in modo da rendere – come stabilito dalla normativa Europea vigente – non più conveniente la violazione;
  • che le aziende includano le emissioni di zolfo, black carbon e NOx nei loro rapporti di sostenibilità e impronta di carbonio.
  • che le competenti autorità facciano sì che le navi e imbarcazioni di proprietà dello Stato o quelle il costo dei cui tragitti viene in tutto o in parte coperto con fondi pubblici (navi di ricerca) utilizzino carburante di qualità superiore con un massimo tenore di zolfo di 50 ppm o un combustibile simile pulito, avendo cura di dotare tali navi di filtri anti-particolato diesel e sistemi SCR, e di introdurre questa tecnologia quale prerequisito per tutte le navi di nuova costruzione.
  • che le autorità preposte monitorino affinché siano rispettati i limiti di tenore di zolfo dei carburanti oggi prescritti dalle norme vigenti, imponendo sanzioni effettive nel caso in cui questi limiti siano violati.
  • che nei prescritti piani regionali per la qualità dell’aria vengano inserite le analisi, i modelli e le misure necessarie ad ottenere la riduzione delle emissioni navali nelle aree costiere e portuali.

Per quanto riguarda la Venezia e la sua Laguna

Le nostre mobilitazioni cittadine contro i danni e l’inquinamento prodotto dalle navi da crociera iniziate nel 2007 hanno costretto le compagnie di navigazione, autorità portuale, Capitaneria di Porto e Comune a sottoscrivere l’ Accordo Volontario Venice Blue Flag  dove si prevede che le navi da crociera utilizzino carburante con contenuti di zolfo inferiori allo 0,1% dall’ingresso alle bocche di Porto per il transito in laguna e per la fase di ormeggio.

Negli anni passati l’accordo si è dimostrato una mossa puramente pubblicitaria!

Molti sono stati gli episodi documentati da fotografie e filmati che denunciavano le emissioni nerastre e nauseabonde che uscivano dai fumaioli delle navi da crociera in fase di attraversamento della nostra laguna e della nostra città o in fase di ormeggio alla Marittima.

Da diversi anni denunciavamo ciclicamente questi episodi di evidenti inquinamenti atmosferici che tutti potevano vedere;

ogni volta tramite stampa, Autorità Portuale e VTP, dichiaravano che tutto era sotto controllo.

Gli enti preposti al controllo continuavano a tacere e a non rispondere alle nostre segnalazioni.
Alla fine di settembre 2016 solo grazie ad alcuni articoli emerge che la Capitaneria di Porto di Venezia negli ultimi due anni aveva fatto diversi controlli sui carburanti utilizzati dalle navi da crociera e avevano fatto la bellezza di 11 multe per aver utilizzato carburante con valori di zolfo “fuori legge” !!!!

Nel 2015 su 60 controlli 6 navi sono state multate

Nel 2016 su 80 controlli 5 navi sono state multate

Per due anni tutti hanno nascosto alla popolazione di Venezia e della sua Laguna queste informazioni!
Chiediamo al nuovo Presidente dell’Autorità Portuale e al Comandante della Capitaneria di Porto che tramite i loro siti, vengano resi noti tutti i dati relativi alle irregolarità rilevate negli anni precedenti e quelle che verranno rilevate nei controlli futuri.

(data della verifica, Nome della Nave, compagnia di Navigazione, tipo di carburante usato, importo della multa emessa)

Sull’inquinamento derivante da traffico acqueo in Laguna ricordiamo che:

In base all’ultimo studio dell’ARPAV (Progetto Apice-luglio2013), in Laguna

il traffico portuale commerciale emette il 18% di polveri sottili (PM2,5);

il traffico passeggeri (traghetti e navi da crociera) il 12%;

il traffico acqueo locale (vaporetti, e altre imbarcazioni pubbliche e private) il 14%,

per un totale appunto del 44% sulle emissioni complessive di polveri sottili (PM2,5).

Come denunciamo da anni la centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria dell’ARPAV di Sacca Fisola (l’unica in Laguna) è assolutamente inadeguata anche per la sua localizzazione.

Una grande nave (da crociera o mercantile) inquina come 14.000 automobili, ma anche vaporetti, motonavi ACTV, lancioni granturismo, imbarcazioni da trasporto o da diporto non scherzano, visto che contribuiscono per un 14% dell’inquinamento complessivo.

Nostre rilevazioni – effettuate in questi ultimi anni (2014-2015-2016) con l‘Associazione tedesca NABU – sulle polveri ultrasottili – le più pericolose per la salute – hanno dimostrato che in diverse parti della città si raggiungono livelli estremamente pericolosi.

Per quanto riguarda il traffico acqueo in città ed in Laguna chiediamo:

  • una efficiente rete di rilevazione degli inquinanti in Laguna e in centro storico;
  • che le grandi navi da crociera si fermino fuori dalla Laguna;
  • che tutti i mezzi acquei circolanti in laguna e in città utilizzino carburanti a basso tenore di zolfo ;
  • che tutti i mezzi acquei circolanti in Laguna e in città utilizzino le migliori tecnologie antiinquinamento attualmente a disposizione, come filtri antiparticolato o sistemi catalitici per riduzione delle emissioni; esistono poi una vasta gamma di motori marini di nuova generazione poco inquinanti (ibridi, elettrici, a gnl);
  • rottamazione dei mezzi più inquinanti pubblici e privati, con contributi pubblici per la riconversione.

Concludendo chiediamo che il Porto di Venezia segua l’esempio di alcuni porti virtuosi che si stanno radicalmente trasformando per diventare sempre più  ecocompatibili (Porto di Los Angeles e alcuni porti del nord europa)

  • Diversi porti hanno introdotto incentivi economici e sconti sulle tasse portuali alle navi “pulite” che si sono dotate di motori di nuova generazione e/o di tecnologia antiinquinamento, o che utilizzano carburanti puliti.
  • In diversi porti sono stati installati sistemi ecologici di produzione di energia elettrica: turbine eoliche, pannelli solari, onde e correnti di marea,….
  • Diversi porti hanno realizzato sistemi di fornitura di energia elettrica da terra o da chiatta alle navi in fase di ormeggio. L’energia elettrica fornita alle navi è prodotta con sistemi ecologici.
  • In diversi porti le varie attività portuali in terra ed in acqua vengono fatte con mezzi elettrici (gru, carrelli elevatori, camion, rimorchiatori) e le batterie vengono caricate con pannelli solari e turbine eoliche.

Associazione AmbienteVenezia  e  Comitato NOGrandiNavi- Laguna Bene Comune

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