Comunicato n.79 – L’”assedio” al Porto

Lo slogan più gridato nei tre giorni di manifestazioni organizzate dal Comitato NO Grandi Navi, culminate domenica nell’”assedio” al Porto, è stato “Fuori le navi dalla laguna”. E’ lo stesso obiettivo sancito dall’art. 35 del Piano di Assetto del Territorio (Pat), approvato a larghissima maggioranza dal consiglio comunale di Venezia.
Dunque, se il sindaco, Giorgio Orsoni, andrà a Roma alla riunione del 13 giugno sul crocerismo promossa dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi a proporre lo spostamento del terminal crociere a Porto Marghera lo farà senza alcun mandato popolare e senza il sostegno dell’unico atto amministrativo votato dal consiglio comunale. Un’idea sua personale.
Alla riunione di Roma, alla quale se parteciperanno gli armatori e non solo i rappresentanti delle istituzioni deve allora partecipare anche il Comitato NO Grandi Navi, bisogna prendere una sola decisione: l’immediata applicazione del decreto Clini – Passera che per ragioni di sicurezza vieta inutilmente da 15 mesi il passaggio a Venezia delle navi di stazza lorda sopra le 40 mila tonnellate, per prendersi poi il tempo di vagliare tutte le soluzioni alternative. Chi dice che ciò metterà in crisi indotto e lavoro rivolga le sue doglianze a tutte quelle Autorità che hanno lasciato passare più di un anno proponendo solo soluzioni devastanti e inaccettabili mentre ogni giorno la città era a rischio.
Sul tavolo ci sono varie proposte, non solo le due che piacciono al Porto (il prolungamento del Canale dei Petroli fino al cuore della città con lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo) o al sindaco (Marghera), e le Commissioni Consiliari del Comune hanno appena cominciato a vagliarle, ma la soluzione vera non è “delocalizzare” i mostri da 130 mila tonnellate di stazza lorda nascondendoli alla vista e mantenendo in laguna tutte le criticità, in primis gravissimo inquinamento e erosione dei fondali.
La soluzione vera è cambiare modello, rinunciare al gigantismo che fa solo gli interessi delle Compagnie da crociera e puntare a filiere diverse di crocerismo, fatte con navi piccole, con pochi passeggeri. Le si richiami, offrendo solo a loro il privilegio di attraccare a Venezia. Ci sono, già alcune vengono e hanno un altissimo valore aggiunto, a differenza delle grandi navi che sono rifornite di tutto con catene logistiche nazionali e che in città non comprano neppure uno spillo.
C’è tutta la filiera degli yacht che a Venezia trovano a stento ormeggio e gli si offra in Marittima l’attracco più bello del Mediterraneo, infrastrutturato, raggiungibile direttamente dai mezzi pubblici e privati, a un tiro di schioppo dall’aeroporto. Si crei una sinergia coi Bacini dell’Arsenale dove questi mezzi di lusso potrebbero fare carenaggio e manutenzioni, spingendoli a scegliere Venezia come l’home port di una clientela stabile di fascia alta.
Si attrezzi come fosse un Marina una parte della Marittima, per fare davvero di Venezia la capitale della vela e del mare, offrendo posti in transito, che non ci sono, e ormeggio stabile a quei veneziani che tengono le loro barche in giro per Adriatico ed Egeo, per non parlare di tutti quei diportisti europei che farebbero carte false per poter tenere le loro barche in città.
Come si vede, non si tratta di gettare il bambino con l’acqua sporca ma di puntare al meglio rifiutando il peggio. Se poi qualcuno riterrà ancora che non si possa rinunciare alle grandi navi, allora sarà suo onere proporre soluzioni fuori dalla laguna.

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    Comitato invita tutte le Veneziane ed i Veneziani a scendere in campo, a manifestare contro il passaggio delle grandi navi in Laguna, ma anche contro il ritorno ad un passato recente in cui l’economia del turismo di massa (garantendo lauti profitti a pochi e grande precarietà ai lavoratori) ha significato il progressivo ed inesorabile spopolamento della città, la restrizione di spazi pubblici! Per Venezia e la sua Laguna e per l’intero Pianeta, Indietro Non Si Torna, Fuori Le GrandiNavi Dalla Laguna!