I No Navi vincono sul campo la battaglia per San Marco. Ora li attende la battaglia politica contro le false “soluzioni”

Da EcoMagazine – Osservatorio sui conflitti ambientali (link articolo)

Ci si aspettava tanta gente. Ne è venuta di più. Novemila, forse diecimila persone hanno accolto l’appello del comitato Noi Grandi Navi per dare vita ad una grande manifestazione alle Zattere, sabato pomeriggio. Una partecipazione senza precedenti, per di più in una “piazza” difficile come quelle di Venezia. Una volta tanto, tutti i giornali, tanto quelli cartacei, quando quelli on line sono d’accordo nel sottolineare  il pieno successo dei manifestanti, rimarcando come la cittadinanza attiva – quella che non si rassegna a vedere la loro città trasformata in una Disneyland per il business turistico – sia tutta contraria alle Grandi Navi. 

La grande partecipazione ha sorpreso tutti. Compresa la Prefettura che di fronte a tutta quella gente ha precipitosamente concesso al corteo di arrivare sino alla Bocca delle Piazza, dopo aver inizialmente vietato il passaggio adducendo pretestuose motivazioni. La piazza dei veneziani è tornata ai veneziani e non solo alle orde di turisti, alle aziende come l’Aperol che la affitta per pubblicità o a quei 4 gatti miao dei “venetisti” che ogni 25 aprile arrivano dalla terraferma per sventolare un Gonfalone che non è loro.  La piazza insomma, è tornata ad essere per i veneziani quel punto di aggregazione, anche politica, che è sempre stata sin dall’epoca dei dogi. 

L’incidente dell’Msc Costa ha certo aiutato a mobilitare le coscienze, ma nessuno può negare che sin da quando questi villaggi turistici galleggianti sono arrivati in laguna – col loro carico di fumo inquinante e di smottamento ondoso – ai veneziani, così come a tutti coloro che hanno a cuore la città, non è mai andato giù vedere l’ambiente lagunare devastato e mercificato per far fare profitti a quelle multinazionali delle crociere che con Venezia non hanno niente a che fare. Venezia è No Grandi Navi. Chi aveva ancora dei dubbi, a proposito, se li è levati dopo la grande manifestazione di ieri. 

In una democrazia compiuta, non ci sarebbero tentennamenti di sorta. Grandi Navi fuori dalla laguna. Punto e basta. Verso Trieste – ammesso che i triestini le vogliano – o verso qualche altro porto. Ma in laguna mai più. Ma l’Italia una democrazia compiuta non lo è. Tutte le Grandi Opere sono state un vero e proprio esproprio di democrazia ai territori per imporre con decreti emergenziali gli interessi speculativi di mafie economiche e politiche. In questi senso, le Grandi Navi sono l’emblema perfetto delle Grandi Opere. Anche le “soluzioni” che certa politica vorrebbe dare al problema, sono – e pure questa è una peculiarità delle Grandi Opere – rimedi peggiori del male. Spostare le navi a Marghera, per esempio, scavando il canale Vittorio Emanuele e allargando il canale dei petroli, col risultato di alterare per sempre l’ecosistema lagunare, portare alla luce tonnellate di fanghi tossici e far arrivare in laguna ancora più navi. Una soluzione su cui si sono gettati in tanti. Comprese le compagnie di crociera, a parole, “disponibilissime” al dialogo. Con la realizzazione di un approdo a porto a Marghera infatti, le loro navi potrebbero scorrazzare più di prima in laguna. E intanto che la politica discute su come bypassare ostacoli come la direttiva Seveso che non consentirebbe la navigazione di navi di quella stazza accanto a petroliere ed a siti industriali a forte rischio, le Grandi Navi continuano a rimanere dove stanno, a San Basilio, a fare l’inchino alla piazza e, loro, ad incamerare profitti miliardari. 

Ed è proprio per questo, per lasciare le cose come stanno, che tanta politica si è scoperta improvvisamente No Navi e favorevole alla non soluzione di Porto Marghera. Parliamo della Regione e soprattutto del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Uno che farebbe meglio a stare zitto sulla questione, se non altro per una mera questione di conflitto di interesse. La sua società “Porta di Venezia spa” è proprietaria di vaste aree da bonificare in zona Pili di Marghera. Me lo ricordo in campagna elettorale sfilare in canale della Giudecca con un rimorchiatore con la scritta nera su sfondo giallo (come quello della canzone Boccadirosa!) “Sì alle Grandi Navi”. Oggi pure lui, il Gigio da Spinea, vuole le Grandi Navi lontane da San Marco e da quel canale sventolava promesse elettorali! 

Ed è proprio per questo che i manifestanti alternavano al coro “Fuori le navi dalla laguna”, “Fuori Brugnaro dalla laguna”. E per dirla come va detta, non sono del tutto sicuro su chi abbia fatto i peggiori danni a Venezia.
di Riccardo Bottazzo

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