23/24 novembre – SALVIAMO VENEZIA dal MOSE, dal cambiamento climatico, da Brugnaro

23>24 novembre 2019

SALVIAMO VENEZIA dal MOSE, dal cambiamento climatico, da Brugnaro

Un appello del Comitato No Grandi Navi e Fridays For Future Venezia

 

 

Scriviamo queste righe a emergenza ancora in corso, abbiamo salvato quanto ci è stato possibile nelle nostre case, abbiamo organizzato gruppi di solidarietà per pulire negozi e magazzini, per liberare le strade dai rifiuti, per aiutare chi è solo. Siamo arrabbiate e arrabbiati, non contro il destino, ma contro un modello di sviluppo ben preciso che riguarda la nostra città ed il mondo intero.

Partiamo da Venezia e diciamolo chiaramente, il MOSE è il problema e non la soluzione (come vorrebbe Brugnaro). Il MOSE è nato non per salvare la città, ma per fare arricchire qualcuno. Ci è già costato 5,3 miliardi di €, di cui 1,5 bruciato in corruzione. Il MOSE, lo dicono i tecnici, non funziona e non funzionerà. Il MOSE, lo dicono gli scienziati, non regge il cambiamento climatico: le Nazioni Unite prevedono un innalzamento del medio mare fino ad un metro entro il 2100 (il Nord Adriatico, ce ne siamo accorti, è una delle aree più a rischio). In questo scenario, un MOSE ipoteticamente funzionante, dovrebbe rimanere alzato per oltre metà dell’anno, compromettendo così lo scambio mare-laguna e decretando, di fatto, la morte di quest’ultima.

Anche le grandi navi sono un fattore di rischio. Tutti e tutte, a Venezia, sanno che l’Acqua Granda del 1966 fu aggravata dallo scavo del Canale dei Petroli che permise al mare di invadere la Laguna. Quello che allora non si sapeva ora si sa, finiamola con la manomissione del nostro ecosistema. Chi vuole (come il nostro sindaco) l’ingresso di navi sempre più grandi, magari indirizzandole a Porto Marghera, vuole nuovi scavi, tra cui il folle raddoppio del Canale dei Petroli. Esattamente il contrario di ciò che si dovrebbe fare per difendere la città dalle acque alte.

In questi giorni abbiamo assistito con il voltastomaco allo sciacallaggio dei politici. Il selfie di Salvini mentre la città affonda, la faccia tosta di Zaia che governava con Galan (il grande corrotto del MOSE), la spudoratezza di Berlusconi che dell’opera pose la “prima pietra”, le dichiarazioni di Prodi che sdoganò il sistema di dighe mobili nel 2006, e la vergogna di un sindaco di Venezia che usa il cambiamento climatico come scusa e propone il MOSE come soluzione, salvo poi, poche ore dopo, affermare di “non saperne nulla”.

Venezia è diventata, in questi giorni, un simbolo mondiale degli effetti del cambiamento climatico (che non è una scusa per i politici incapaci, ma è LA sfida del presente) e degli esiti drammatici della sua combinazione con un modello di sviluppo basato sulle grandi opere. L’emergenza ambientale ci pone di fronte a una sfida da da affrontare su due versanti, quello dell’abbandono dei combustibili fossili e dell’inversione di rotta nelle politiche locali.

Dobbiamo pretendere una moratoria sul MOSE: è evidente che non potremo permetterci un relitto alle bocche di porto, ma la “mangiatoia” va fermata, continuando così non si arriverà a finire l’opera, solo a perpetrare lo spreco. Ci è stato rubato abbastanza, che i soldi destinati al MOSE vengano subito dirottati verso opere utili, a partire da quelle che mirano a rialzare il livello della nostra città, a ricomporre le difese naturali della Laguna e al ripristino della manutenzione ordinaria dei canali e delle fondamenta. Diciamo basta alle grandi navi e nuovi scavi, basta a questo modello estrattivo, all’occupazione turistica della città. Troviamoci per mettere a punto, assieme, strumenti per aiutarci a ottenere gli indennizzi che ci spettano, per farla pagare a chi, come il Consorzio Venezia Nuova, si è arricchito sulla nostra pelle.

Incontriamoci dunque sabato 23 novembre in assemblea (in Sala S. Leonardo alle 17) per confrontarci e per preparare una grande mobilitazione per Domenica 24 novembre. La città non può e non vuole rimanere in silenzio, non può subire la narrazione tossica del MOSE. È il momento di riunirsi, di scrivere assieme una storia diversa e di farla vivere, in migliaia, nella piazza del 24 novembre. Una piazza che abbia parole d’ordine chiare: no Mose, no Grandi Navi, giustizia climatica, Brugnaro dimettiti.

#SalviamoVenezia #NoMOSE #NoGrandiNavi #ClimateJustice #BrugnaroDimettiti

    9 commenti

    1. Emanuela Notarbartolo di Sciara

      Sono perfettamente d’accordo su tutto!

    2. Ci sarò senza se e senza ma.

    3. Condivo quanto avete scritto.
      Continuiamo.

    4. D’accordo!!

    5. Venezia è e dev’essere dei suoi cittadini
      pieno appoggio alla nostra lotta, dell’intera venezianita

    6. francesca provantini

      Ciao, il volantino è perfetto. Sono Francesca da Milano ed ero a San Lorenzo venerdì sera. Purtroppo non riesco a venire il 23, spero che ci sarà un video da vedere dopo… per il 30 ho già il biglietto del treno in mano. Vorrei solo aggiungere l’indignazione per non aver creato una enorme ZONA ROSSA in tutto il centro storico, per evitare lo sciacallaggio di cui parlate che ha di fatto intralciato anche le operazioni di soccorso… è una responsabilità da aggiungere al comportamento ignobile del sindaco che non ha protetto i propri concittadini. Fatemi sapere se posso aiutarvi anche da qui in qualunque modo. Grazie

    7. Portiamo la voce degli abitanti di Venezia al Tribunale Internazionale degli Sfratti (Madrid, 8/12/19)

      Lanciamo un appello a presentare il “caso Venezia” nella sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti e sfollamenti (Madrid 8/12/19) per portare sul banco degli imputati i responsabili di queste violazioni dei diritti umani causati dai cambiamenti climatici, dalla mancanza di politiche per fronteggiarli, oppure da certe politiche sedicenti ambientaliste.
      La sessione del Tribunale, un tribunale popolare di opinione, è organizzata dall’International Alliance of Inhabitants nel quadro della Cumbre Social Climatica parallela alla COP 25, esaminerà i casi di Argentina, Cile, Germania, Kenya, Bangladesh.
      Il caso Venezia è atteso e benvenuto
      Il Giuri, presieduto dalla Relatrice ONU sul Diritto alla Casa, emetterà un verdetto indicando le violazioni della normativa internazionale e i responsabili, e presenterà alla COP 25 le raccomandazioni per risolvere le questioni nel rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

      Info: https://ita.tribunal-evictions.org

      Gli interessati sono invitati a prendere contatto al più presto:

      Cesare Ottolini, coordinatore globale IAI global.coordinator.iai@habitants.org

      Soha Ben Slama, coordinatrice Tribunale Internazionale degli Sfratti ite.coordinator@habitants.org

    8. Io,al solito,non potrò partecipare a qualsivoglia manifestazione!Tuttavia -come sempre!- il mio cuore batte per l’ amata Venezia e si affinca a chi la difende con tutte le sue forze!

    9. Pierpaolo Paradiso

      Sono con VOI !!!
      WE LOVE VENICE
      WE SAVE VENICE

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    Il 4 marzo 2021 la Capitaneria di Porto ha notificato 7 ingiunzioni di pagamento, per un totale di 14.000 €, ad altrettanti giovani attivisti del Comitato No grandi Navi di Venezia. Ci sono 30 giorni di tempo per pagare, dopodiché partiranno i pignoramenti. A ciò si aggiungono spese legali pendenti per circa 6.000 €. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tuttə per raccogliere questi fondi, da solə non potremo farcela.