Grandi navi. Marghera? L’episodio di domenica ne conferma l’impraticabilità

Una breve nota per mettere subito in chiaro che la vicenda di domenica sera, fosse avvenuta lungo il percorso ”alternativo”, avrebbe potuto avere conseguenze molto serie.

scritto da ARMANDO DANELLA 8 Luglio 2019 (Leggi l’articolo originale)
Abbiamo chiesto a un autorevole esperto come Armando Danella di commentare “a caldo” telegraficamente l’eventualità di un episodio – analogo a quello accaduto domenica nelle vicinanza di piazza San Marco – lungo il percorso alternativo riproposto anche oggi dal sindaco Luigi Brugnaro, per l’arrivo a Venezia delle grandi navi da crociera. In seguito Danella proporrà ai nostri lettori un’analisi più approfondita di questo tema.

Nell’episodio di domenica sera 8 luglio il protagonista è stato un forte vento, fenomeno meteo marino, peraltro, che con la prospettiva dei cambiamenti climatici risulterà sempre più frequente in laguna, e aggiunge un altro elemento di criticità a quelli molteplici già noti che rende ancora più impraticabile la soluzione Marghera. È doveroso simulare o trasferire l’accadimento meteo marino di ieri sera nel canale Malamocco-Marghera e registrare le difficoltà di gestione dell’evento quando le grandi navi crociera sono investite al traverso da un vento di bora o scirocco di almeno venti nodi, sapendo:

  • che una grande nave crociera per raggiungere Marghera deve percorrere per oltre venti chilometri il canale Malamocco-Marghera, le cui sponde comprendono anche siti industriali a rischio;
  • che ha una murata di opera morta di circa 15.000 mq. di superficie sulla quale un vento di venti nodi all’ora (di bora o di scirocco ) che si abbatte al traverso produce circa novanta tonnellate di spinta;
  • che può utilizzare l’uso delle macchine (apparato motore ed eliche) in maniera più intensa e quindi più potenza sui timoni;
  • che è dotata di propulsione ausiliaria (thrusters) che però, per velocità prossima ai sei nodi, risulta poco efficace al fine di contrastare il vento;
  • che dispone di due rimorchiatori a prua che agiscono in modo da mantenere la nave in sicurezza, lavorando il tiro e leggermente sguardati rispetto alla prora (non possono aumentare l’angolo perché il canale non lascia spazio sufficiente), in modo da contrastare la deriva della nave. Un altro rimorchiatore a poppa in tiro per trattenere la nave e consentire il miglior utilizzo delle macchine della nave;
  • esiste un calcolo che dimostra che la somma della potenza delle forze in campo (apparato motore ed eliche, thrusters, rimorchiatori) per contrastare la deriva può essere inferiore alla spinta della forza del vento e quindi la nave o va in secca o peggio va addosso ad una banchina ad uso industriale.

Stiamo parlando di condizioni critiche (facilmente superabili in mare) in un canale confinato (come sono quelli portuali in laguna) o nei bacini di evoluzione il cui non superamento – che appositi apparati tecnici possono documentare – rende il canale Malamocco-Marghera insicuro per la navigazione delle grandi navi crociera.

Associazione Ambiente Venezia

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